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Le Frustrazioni Quotidiane: 15 Modi per Innervosire chi Vive con la Celiachia e Come Capire il Mondo Senza Glutine

Convivere con la celiachia, per chi ne è affetto, significa spesso navigare in un mare di piccole e grandi frustrazioni legate al cibo. Non ci vuole molto per far scattare un senso di irritazione profonda quando si tratta di alimentazione. Ci sono innumerevoli situazioni che possono rendere la dieta senza glutine incredibilmente difficile, al punto da farti desiderare di esplodere spontaneamente per l’esasperazione. Ma non temete, amici, siamo tutti sulla stessa barca! O almeno, mi piace pensare che lo siamo.

Spero che possiate riconoscervi in alcune di queste situazioni – e sono sicura che ce ne siano molte altre! A tutti coloro che possono mangiare il glutine liberamente, siete stati avvertiti! Ecco 15 modi infallibili per far arrabbiare una persona celiaca, situazioni che purtroppo sono fin troppo comuni e che evidenziano una mancanza di comprensione e attenzione nel mondo che ci circonda.

1. Mettere tutte le pizze a metà prezzo tranne quella senza glutine

Ah, le promozioni! Quante volte ci siamo trovati di fronte a offerte allettanti che escludono sistematicamente il prodotto senza glutine? Questo accade frequentemente nei supermercati o nelle pizzerie da asporto. Vedere le pizze tradizionali in promozione, magari due al prezzo di una, mentre l’unica opzione senza glutine rimane a prezzo pieno, se non maggiorato, è un vero schiaffo morale. È come dire: “Sei celiaco? Allora devi pagare di più per la tua necessità.” Questa disparità non solo pesa sul portafoglio, ma fa sentire la persona celiaca come un consumatore di serie B, non degno delle stesse opportunità di risparmio degli altri. È un promemoria costante che la tua condizione ha un costo aggiuntivo, anche quando si tratta di un piacere semplice come una pizza.

2. Lanciare un nuovo panino senza glutine per poi renderlo insicuro per i celiaci

Questo è un classico del “sogno infranto”. L’emozione di vedere una grande catena o un bar annunciare un nuovo panino “senza glutine” è indescrivibile. Finalmente una nuova opzione, un po’ di varietà nella routine alimentare spesso limitata! Poi, la doccia fredda: una piccola nota, a volte quasi nascosta, che avverte del rischio di contaminazione incrociata. “Sì, è senza glutine, ma viene preparato nella stessa area dove si maneggia il glutine, quindi non possiamo garantire la sicurezza per i celiaci.” È una beffa. Si crea un’aspettativa che viene immediatamente delusa, lasciando un senso di profonda frustrazione e persino di tradimento. Non è un panino “senza glutine” se non è sicuro per un celiaco.

3. Proporre un menù “pasto completo” dove tutto contiene glutine

Entrare in un locale e vedere l’invitante offerta “Menù del giorno” o “Pasto completo” è sempre un momento di speranza. Ma poi, un’occhiata più approfondita rivela la triste realtà: il primo piatto è pasta normale, il secondo ha una panatura, il contorno è a rischio, e il dessert contiene farina. E le opzioni senza glutine? Inesistenti o limitatissime, spesso con un sovrapprezzo per l’alternativa. È frustrante non poter partecipare a un’offerta pensata per la convenienza, sentirsi esclusi da un’esperienza culinaria condivisa. Questo scenario si ripete anche nei supermercati con i “meal deal”: panini con glutine, patatine con glutine, dolci con glutine. La ricerca di un pasto completo sicuro diventa una caccia al tesoro estenuante, spesso senza successo.

4. Abbandonare cibi contenenti glutine nel corridoio dei prodotti “senza”

Quante volte ci è capitato di percorrere con speranza il corridoio dedicato ai prodotti “free from” e trovare, tra una confezione di biscotti senza glutine e un pacco di pasta, un prodotto che contiene glutine? È un gesto di negligenza che può avere conseguenze gravi. Non solo genera confusione e fa perdere tempo nella ricerca del prodotto giusto, ma aumenta il rischio di errori. Immaginate la delusione quando si pensa di aver trovato un nuovo prodotto entusiasmante e si scopre che è solo il risultato della pigrizia di qualcun altro. Per un celiaco, ogni prodotto nel “corridoio giusto” è una promessa di sicurezza, e vederla infranta da un gesto così superficiale è davvero irritante.

5. Rendere estremamente complicato l’ordine di cibo senza glutine

Il processo di ordinazione, specialmente online o tramite app, può trasformarsi in un vero labirinto quando si cerca l’opzione senza glutine. Alcune piattaforme nascondono l’opzione base “senza glutine” in menu a tendina oscuri, o richiedono passaggi aggiuntivi e poco intuitivi. Non dovrebbe essere così difficile! Ordinare cibo, soprattutto da asporto, dovrebbe essere un’esperienza semplice e accessibile per tutti. Invece, si trasforma in un test di pazienza e attenzione, dove un errore nella selezione potrebbe significare un pasto non sicuro. La trasparenza e la semplicità dovrebbero essere priorità, non ostacoli.

6. Consegnare una pizza da asporto senza glutine non tagliata e senza tagliapizza

Questo è un vero incubo da viaggio, ma non solo. Immaginate di essere in una stanza d’albergo, affamati dopo una lunga giornata, e la vostra pizza senza glutine arriva intatta, non tagliata. Magari avete ordinato pensando che sarebbe stato un pasto comodo. Ma senza un tagliapizza e con posate limitate (o inesistenti!), ci si ritrova a dover improvvisare, cercando di tagliare la pizza con il bordo di un cucchiaino o strappandola con le mani. È una situazione comica nella sua assurdità, ma incredibilmente frustrante quando si è stanchi e affamati. È un chiaro segno di disattenzione da parte del ristorante, che non ha considerato le esigenze pratiche dei suoi clienti con dieta speciale.

7. Offrire un’insalata di frutta come unico dessert

Mentre tutti gli altri commensali si gustano una sontuosa cheesecake, un tiramisù cremoso o una torta al cioccolato ricca, a te viene offerta (o, peggio, imposta) una triste ciotola di frutti di bosco o una macedonia dall’aspetto poco invitante. Non fraintendetemi, l’insalata di frutta può essere deliziosa, ma non quando è l’unica opzione e sembra un ripiego dell’ultimo minuto. Fa sentire come un ospite di seconda classe, come se il tuo desiderio di un dessert appagante fosse meno importante. Ci sono tantissime opzioni di dolci senza glutine oggi; non c’è più scusa per non offrire alternative più creative e golose.

8. Intingere il coltello sporco di briciole di pane nel burro condiviso

Questa è una delle peggiori forme di contaminazione incrociata, e accade fin troppo spesso. Vedere qualcuno prendere il proprio coltello, fresco di contatto con del pane normale, e usarlo per prelevare il burro dal contenitore comune, è come assistere a un atto di sabotaggio rallentato. Quelle piccole briciole di glutine, invisibili a occhio nudo, possono scatenare una reazione significativa in un celiaco. È un gesto apparentemente innocuo, ma che rivela una profonda mancanza di consapevolezza e rispetto. Sembra che dicano: “Oh, spargi pure quel glutine in giro come se non ti importasse!”

9. Continuare a indicare le opzioni vegane invece di quelle senza glutine

Molti ristoratori e personale di servizio, con le migliori intenzioni, confondono le esigenze di una dieta vegana con quelle di una dieta senza glutine. “Non puoi mangiare glutine? Oh sì, abbiamo un fantastico menù vegano!” Non sono la stessa cosa. Essere vegani è una scelta etica o dietetica, mentre essere celiaci è una condizione medica che impone una restrizione rigorosa per evitare danni intestinali. Un piatto vegano può contenere glutine (ad esempio, se include seitan o cereali non certificati senza glutine), e viceversa. Questa confusione evidenzia una mancanza di formazione e comprensione basilare delle diverse esigenze alimentari, e può portare a situazioni pericolose per un celiaco.

10. Proporre una nuova linea di prodotti senza glutine al doppio del prezzo e metà della dimensione

È una costante lamentela nella comunità celiaca: la “tassa sul senza glutine”. Nuovi prodotti appaiono sugli scaffali, a volte con packaging accattivante, ma il prezzo è esorbitante e la quantità ridotta rispetto alla controparte “normale”. Un pacco di biscotti senza glutine può costare il doppio e contenere la metà dei biscotti. Questo non è solo frustrante, è ingiusto. Sembra che si approfitti della necessità medica per imporre prezzi più alti. Le aziende dovrebbero investire in processi produttivi efficienti che consentano prezzi più equi, riconoscendo che i celiaci non scelgono di essere tali per divertimento, ma per necessità di salute.

11. O semplicemente ridurre la dimensione dei prodotti senza glutine già in commercio

Non solo i nuovi prodotti sono più cari e più piccoli, ma a volte anche i prodotti senza glutine esistenti subiscono una “riduzione silenziosa”. Le barrette snack che un tempo erano di dimensioni soddisfacenti, improvvisamente si riducono, mantenendo però lo stesso prezzo (o addirittura aumentandolo). È una tattica subdola per mascherare un aumento dei prezzi. Sentirsi presi in giro in questo modo è un’altra fonte di rabbia. Si ha la sensazione che l’industria alimentare veda il mercato senza glutine come una gallina dalle uova d’oro da sfruttare al massimo, anziché come un’opportunità per servire una comunità con esigenze specifiche.

12. Dire a un celiaco di “provare solo un piccolo pezzo”

Questa frase, pronunciata con leggerezza, è probabilmente una delle più infurianti. “Ma dai, prova solo un pezzettino, non ti farà nulla!” O: “Non è che sei allergico, vero?” È fondamentale capire che la celiachia non è una semplice intolleranza o una preferenza alimentare; è una malattia autoimmune seria. Anche una piccolissima quantità di glutine può scatenare una reazione avversa, causando danni all’intestino tenue e una serie di sintomi spiacevoli che vanno ben oltre il semplice mal di pancia. Insistere significa non solo ignorare la serietà della malattia, ma anche invalidare l’esperienza e la sofferenza di chi ne è affetto. La celiachia non è un gioco, e non la evitiamo per divertimento.

13. Dire al tuo amico celiaco che stai seguendo una dieta senza glutine per perdere peso…

Negli ultimi anni, la dieta senza glutine è diventata una moda per molti che cercano di perdere peso, nonostante non ci siano prove scientifiche che la supportino come strategia dimagrante per chi non ha la celiachia o sensibilità al glutine. Quando un amico non celiaco annuncia con entusiasmo di aver abbracciato la dieta “gluten-free” per dimagrire, è difficile non sentirsi un po’ irritati. La nostra condizione, che comporta rigide restrizioni e un’attenzione costante, viene banalizzata e ridotta a una semplice tendenza dietetica. È un insulto involontario alla serietà della malattia. E diciamocelo, mangiare torte senza glutine non è intrinsecamente più dimagrante di mangiare torte normali.

14. …e poi arrendersi una settimana dopo perché “è troppo difficile”

Questa è la naturale prosecuzione del punto precedente e un’ulteriore conferma della banalizzazione della celiachia. Dopo aver annunciato la loro “nuova dieta”, spesso queste persone si arrendono dopo pochi giorni o una settimana, lamentandosi che “è troppo difficile” o “non c’è niente da mangiare”. Questa dichiarazione, sebbene possa essere genuina per chi non ha mai affrontato restrizioni alimentari, risuona in modo particolarmente stridente nelle orecchie di un celiaco. Per noi non è una scelta, non possiamo “arrenderci”. Se lo facessimo, le conseguenze per la nostra salute sarebbero molto, molto gravi. Fa riflettere sulla profonda differenza tra avere una scelta e avere una necessità medica.

15. Lanciare del pane addosso

Okay, questo è un punto estremo, ma purtroppo può accadere, anche se scherzando o per ignoranza. Lanciare del pane, anche se con leggerezza, a una persona celiaca è un gesto incredibilmente insensibile e, a volte, persino crudele. Può essere interpretato come una forma di derisione o di presa in giro della condizione. Non è solo maleducato; è un atto che sottovaluta la gravità della malattia e la costante vigilanza richiesta. Per favore, non fatelo mai. È un gesto che proviene da un luogo di profonda incomprensione e, in certi contesti, può risultare davvero offensivo e umiliante.

 

 

Ho dimenticato qualcosa?

Sono abbastanza sicura che ci siano molte altre situazioni legate al glutine che potrebbero farmi arrabbiare – ce ne sono alcune che ho dimenticato? Mi piacerebbe molto conoscere le vostre esperienze nei commenti qui sotto e condividere qualche risata (o qualche lamento!) insieme. Vivere con la celiachia è una sfida quotidiana, e a volte, sapere che non si è soli nelle proprie frustrazioni può fare una grande differenza.

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